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Prestiti garantiti dallo Stato, ecco chi può accedere e chi invece resta fuori

Chi può accedere alle garanzie?

L’intervento del governo prevede che l’accesso alle garanzie sia tarato a seconda degli importi richiesti, delle dimensioni dell’azienda e del fatturato. Il primo canale è quello dei finanziamenti al Fondo di Garanzia per le Pmi. Possono accedervi tutte le imprese fino a 499 dipendenti. Tre sono i principali profili previsti. Per i prestiti fino a un massimo di 25 mila euro e comunque non superiori al 25% dei ricavi è prevista una garanzia del 100%, mentre per quelli fino a 800 mila euro, e comunque non superiori al 25% dei ricavi la garanzia statale si ferma al 90% mentre il 10% può essere garantito da Confidi. Infine per i prestiti fino a 5 milioni di euro è prevista la sola garanzia statale al 90%. Per le imprese che non posso accedere al fondo di garanzia Pmi la garanzia è offerta da Sace. Anche in questo caso l’importo del prestito non può superare il 25% del fatturato.
 

Chi resta fuori dalle garanzie?

Per beneficiare delle garanzie serve, dettaglia il decreto, lo stato di “buona salute aziendale, come lo disciplina la Commissione europea, e sono inoltre escluse le aziende con crediti classificati “in sofferenza”, e ormai inesigibili. Come segno di attenzione rispetto a quel che è successo da febbraio sono state però comprese le aziende che hanno esposizioni classificate dalle banche come “inadempienze probabili” ovvero “scadute o sconfinamenti deteriorati”, purché la classificazione sia successiva al 31 gennaio 2020. Come ha sottolineato Mf, però, questa definizione apre un potenziale problema per le imprese che si trovavano in quel limbo di merito creditizio. Situazione aggravata dal fatto che servono in media 12 mesi di tempo per tornare a esser classificati come “in bonis” e quindi ammessi a pieno titolo alle misure di garanzia pubbliche. Un altro aspetto grigio è quello delle imprese in concordato o con piani di ristrutturazione posteriori al 31 dicembre 2019: sono garantite, purché al 9 aprile i loro rapporti bancari non fossero classificati come “esposizioni deteriorate”, o che gli arretrati non fossero “di presumibile rimborso integrale”. Il rischio è che queste maglie strette le lascino alla mercé delle scelte individuali degli istituti.

 

Che tempi sono previsti per ricevere la liquidità?

Non esiste una indicazione univoca. I finanziamenti più immediati saranno quelli fino a 25 mila euro (o il 25% di fatturato), sorretti da garanzia al 100% che di fatto azzera il rischio di credito per le banche. Gli interessati devono fare domanda del finanziamento alla propria banca (tramite il sito) e compilare il modulo di richiesta della garanzia al Fondo per le Pmi (disponibile dal 17 aprile). Le banche possono erogare - spiega Abi - anche senza attendere l’ammissione della domanda al Fondo di garanzia. Per le imprese di dimensioni superiori, la garanzia passa da Sace. La controllata della Cdp garantisce di poter trattare le pratiche in 2 giorni. Però le banche devono svolgere la loro istruttoria sugli affidatari. Ci vorranno almeno 3 settimane, dicono gli ottimisti, mentre le imprese temono ci possano volere anche mesi per arrivare ad avere il denaro.   

 


Quanti soldi il governo ha messo a disposizione il governo e quanti spera di mobilitarne?Fino ad oggi il governo ha messo a disposizione 2,73 miliardi di euro. Di questi 1 miliardo sono stati destinate alla Sace, per assicurare la linea di credito riservata ai finanziamenti con importi più alti, mentre 1,72 sono stati destinati al Fondo di Garanzia per le Pmi. Rispetto a questo canale, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha parlato invece a più riprese di una dotazione che dovrebbe raggiungere i 7 miliardi di euro. Per questo motivo ci si attende che nel prossimo “decreto aprile” il governo stanzi nuove risorse.

Il governo prevede che i fondi stanziati, insieme a quelli in arrivo, possano assicurare complessivamente liquidità, cioè garantire prestiti, per 300 miliardi di euro. In particolare per il Fondo di garanzia Pmi il Ministero dello Sviluppo Economico, ipotizza una leva finanziaria di uno a 14, cioè che per ogni euro stanziato, il fondo possa erogare prestiti per 14. Nel complesso punta così ad assicurare finanziamenti per 100 miliardi di euro. Per la Sace si ipotizza una leva ancora più generosa: per ogni euro verrebbero rilasciate 200 euro di garanzie.
 

Ci sono ulteriori misure allo studio?

Con l’atteso decreto Aprile dovrebbe innanzitutto sanarsi l’assenza delle risorse a copertura delle garanzie pubbliche, senza le quali è impossibile pensare di mobilitare i 400 miliardi di credito bancario promesso da Conte e Gualtieri. Secondo le ultime indicazioni, dovrebbe trattarsi di almeno 30 miliardi di cui 5 dedicati al Fondo per le Pmi e 25 alla copertura delle garanzie sui prestiti gestiti da Sace. Molti spingono perché si faccia altro, soprattutto dal Mise di Patuanelli: finanziare a fondo perduto le micro e piccole imprese. Francia e Germania già lo fanno e nel caso tedesco si arriva ad assegni da 9 mila euro sotto i 10 dipendenti che salgono a 14 mila euro fino a 25 dipendenti. Il nodo-chiave restano le risorse, anche considerando che si punta a tagliare bollette e affitti

 

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